Quando vedono il primo, la reazione è sempre la stessa: stupore assoluto.
Mano al cellulare, espressione che manifesta un pensiero evidente: “Ecco il solito matto”.
Perché non capita tutti giorni di vedere un tizio nudo che pedala in centro, in città.
Però poi ne arriva un altro, e poi una ragazza che ride, e una coppia in tandem, e altri in bici, coi rollerblade, gli skateboard...e altri strani veicoli su ruote. Alcuni indossano parrucche colorate, altri si sono dipinti il corpo con colori ed immagini, e ci sono tanti cartelli in giro.
Sono centinaia di persone, di ogni tipo...e sono tutti nudi!
Benvenuti alla World Naked Bike Ride...una marea festosa di corpi di ogni forma e colore che ogni anno invade molte città nel mondo!
Ne abbiamo fatte tante, in giro per l’Europa: Amsterdam, Madrid, Bruxelles...ma Londra rimane la nostra preferita, la più intensa. La più politica, la più partecipata. Quella che ti rimane nel cuore per gioia e vivacità assolute. E poteva Nudiverso mancare un tale appuntamento?
Ma perché tutta questa gente se ne va in giro pedalando nuda? Quando e come nasce il tutto?
Molte fonti concordano nell’affermare che tutto può essere ricondotto al Manifesto di Vancouver e alla Critical Mass – e si parla ormai del 2004 – che contenevano richieste di maggiore attenzione per chi si spostava in bici nelle aree urbane e soprattutto scelte di mobilità sostenibile ed ecologica per fronteggiare la questione dell’inquinamento ed aiutare l’ambiente. Londra poi è diventata la città in cui questo tipo di fenomeno negli anni si è trasformato in un vero e proprio evento internazionale: noi abbiamo sentito persone parlare davvero in mille lingue dentro il corteo!
La nudità all’inizio era quindi uno strumento di visibilità (“Do you see me now? – Ora mi vedi?” è uno dei cartelli più esposti, a ricordare che spesso i ciclisti vengono investiti perché sembrano invisibili…) che poi però è diventata anche un modo di manifestare la propria libertà e metterci tutto il corpo, in quella che rimane a tutti gli effetti una manifestazione di protesta, ecologista e ambientalista, anche se molto gioiosa e ironica.
“Bare as you dare” (nudo quanto riesci, in soldoni) è il motto di questo evento: le persone scelgono se mettersi in nudità completa oppure no, senza obblighi di nessun tipo!
Rispetto alle altre edizioni, questa volta il numero dei partecipanti sembra davvero aumentato: importante che ci fossero tante donne e giovani, già anche nelle partenze separate (ce ne sono diverse a Londra, noi eravamo a quella di Clapham Junction). Tra l’altro la data cadeva nel giorno del compleanno di Re Charles III, e questo ci ha impedito di sostare con calma davanti a Buckingham Palace per le consuete foto (e bagno nella fontana…).
Molta curiosità anche per la nostra bandiera, e noi giù a spiegare col nostro inglese fantastico dell’ ”Italian Project to promote social nudity…” e ad invitare tutte le persone a visitare le nostre pagine on line. Costruire reti ovunque, anche all’estero, non può che aiutare il progetto.
E le reazioni quali sono state?
Allora, nella stragrande maggioranza dei casi i londinesi e i turisti, dopo lo stupore iniziale, ridono e fanno foto/video a tutto spiano. Spesso applaudono e gridano incoraggiamenti, e si passa in mezzo ad ali di gente che ride e si diverte.
La nota dolente di questa volta (anticipata già da qualche piccolo episodio del passato) proviene ahinoi da alcune famiglie con donne col velo: se quest’ultime si limitano a girarsi e tapparsi gli occhi, e magari “proteggere” i loro figli impedendogli di vedere, spesso le reazioni degli uomini sono scomposte, di grida come “Vergogna” o robe simili. La frase tipica è sempre la solita “ci sono i bambini” (che in altri casi sono i più divertiti e ci seguono anche in bici, a volte!).
Questa volta le novità negative sono state anche altre due: un gruppetto capeggiato da un predicatore che invocava Gesù gridando che eravamo dei peccatori, e un tizio (imitato poi da alcuni ragazzini alla meta finale in Hyde Park, al Wellington Arch) che ci ha tirato alcuni sassi, fortunatamente non colpendo nessuno. Brutti segnali o colpo di coda di chi non riesce ad accettare un inevitabile cambiamento? Chissà…
In ogni caso, queste piccoli episodi di intolleranza non hanno intaccato il clima gioioso di questa manifestazione che rimane un evento in nudità sociale davvero potente e trainante...in Italia ricordiamo qualche tentativo simile, a Torino, tanti anni fa. Forse bisognerebbe cominciare a pensarci seriamente? Si accettano suggerimenti...e sostegno!
Per chi vuole approfondire, ecco il sito ufficiale: https://wnbrlondon.uk/
Buona nudità consapevole!
Antonio La Sala
Nudiverso
1 comment
Grande Antonio , bellissima esperienza, quando ne facciamo uno a Roma , con arrivo a piazza s.pierto ?