A volte capita, non senza una ragione, di imbattersi in argomenti, che in quel determinato momento ti colpiscono e continuano ad riecheggiare dentro te non concedendoti la possibilita’ di ignorarli. Cosi’ una sera nel Nudiverso si parla di un docufilm “food for profit “ e quasi improvvisamente mi ritrovo di fronte a una realtà che non posso ignorare: la sofferenza degli animali nell'allevamento intensivo.
L'immagine di animali confinati in spazi angusti, privati della loro libertà e dei comportamenti naturali, è una visione che lascia un'impronta indelebile. È una realtà spietata che non può essere ignorata, soprattutto quando si tratta delle decisioni che influenzano la nostra catena alimentare, e il nostro modo di mangiare ogni giorno.
Nella società contemporanea, il concetto di "cibo a scopo di lucro" riflette una realtà in cui l'industria alimentare è fortemente orientata alla massimizzazione dei profitti, a volte a discapito della qualità, della sostenibilità e del benessere degli animali coinvolti nella produzione.
Penso all'allevamento intensivo, dove gli animali sono trattati come semplici risorse da sfruttare per ottenere il massimo profitto. È doloroso pensare a questi esseri senzienti confinati in spazi ristretti, privati della loro dignità e dei comportamenti naturali, tutto per soddisfare le richieste del mercato. Nel contesto dell'allevamento intensivo, ad esempio, le pratiche mirate a ottimizzare la produzione spesso implicano il trattamento degli animali come semplici risorse, riducendoli a meri strumenti di profitto. Gli animali sono confinati in spazi ristretti, sottoposti a pratiche di ingrasso accelerato e spesso privati delle loro esigenze naturali e del benessere.
Anche il settore alimentare industrializzato solleva dubbi e perplessita’. I cibi altamente trasformati e poco salutari sembrano essere prodotti principalmente per massimizzare i margini di profitto, a discapito della nostra salute e del benessere generale.
Il desiderio di cibo economico può portare a compromessi sulla qualità e sulla sostenibilità, ignorando le preoccupazioni etiche e ambientali che dovrebbero guidare le nostre scelte alimentari.
L'aspetto economico è significativo anche dal punto di vista dei consumatori. I prodotti alimentari economici e ad alto profitto possono essere più accessibili per le famiglie a basso reddito, ma ciò può contribuire a una dieta poco salutare e a problemi di salute a lungo termine. Inoltre, la ricerca di cibo economico può spingere i consumatori a ignorare le preoccupazioni etiche e ambientali legate alla produzione alimentare.
Credo che la chiave per un cambiamento significativo risieda nella consapevolezza e nell'informazione. Parliamone, condividiamo, promuoviamo, sosteniamo tutte le attivita’ a sostegno dell’abolizione degli allevamenti intensivi. Valorizziamo i piccoli allevatori che portano avanti, con non pochi sacrifici, una scelta coraggiosa e molto piu’ umana.
Solo attraverso un ampio coinvolgimento della società civile, possiamo aprire la strada a un futuro in cui gli animali non siano più vittime della nostra indifferenza, ma soggetti dei loro diritti e del loro valore intrinseco. L’obiettivo dovrebbe essere quello di sviluppare sistemi alimentari più equi, sostenibili ed eticamente responsabili, che possano garantire la sicurezza alimentare e il benessere per tutti, nel rispetto degli animali, dell'ambiente e delle future generazioni.